Londra: culla di favole e leggende

Londra: culla di favole e leggende

Londra, con i suoi antichi palazzi, i parchi incantati e le strade avvolte nella nebbia, è da sempre la culla di favole e leggende. È in questa città magica che James Matthew Barrie ha dato vita a uno dei personaggi più amati della letteratura per l’infanzia: Peter Pan.

 

Peter Pan e i Luoghi Magici di Londra

Peter Pan, il ragazzo che non voleva crescere, ha incantato generazioni di lettori con le sue avventure nell’Isola che non c’è. Ma prima di volare verso quel mondo fantastico, Peter Pan e i suoi amici hanno esplorato alcuni dei luoghi più iconici di Londra.

 

Kensington Gardens: il cuore della magia

Uno dei luoghi più significativi è senza dubbio Kensington Gardens. È qui che Barrie trovò l’ispirazione per creare il mondo di Peter Pan. Passeggiando per questi giardini, si può quasi sentire l’eco delle risate dei bambini perduti e immaginare Peter Pan che vola tra gli alberi. Nei giardini si trova anche una statua di Peter Pan, realizzata da Sir George Frampton e collocata lì nel 1912, un omaggio eterno al ragazzo che non voleva crescere.

 

Big Ben e Tower Bridge: simboli di avventura

Nel racconto, Peter Pan, Wendy, Gianni e Michele volano intorno al Big Ben prima di dirigersi verso l’Isola che non c’è. Questo iconico orologio di Londra non è solo un simbolo della città, ma anche un portale verso l’avventura. Anche il Tower Bridge appare nella scena iniziale del film Disney di Peter Pan, con una ripresa aerea di Londra che inquadra il ponte, evocando un senso di meraviglia e scoperta.

 

James Matthew Barrie: il creatore di sogni

James Matthew Barrie, il geniale autore di Peter Pan, visse al numero 100 di Bayswater Road, una casa che si affaccia sui Kensington Gardens. È qui che Barrie scrisse molte delle sue opere, inclusa la storia di Peter Pan. Barrie era un uomo di grande immaginazione e sensibilità, capace di vedere il mondo con gli occhi di un bambino. La sua casa, con vista sui giardini, era il luogo perfetto per sognare e creare storie che avrebbero incantato il mondo.

 

Curiosità su Peter Pan
  • Origini del personaggio: Peter Pan apparve per la prima volta nel libro “The Little White Bird” (L’uccellino Bianco) pubblicato nel 1902. Successivamente, Barrie scrisse una pièce teatrale intitolata “Peter Pan, or The Boy Who Wouldn’t Grow Up” nel 1904, che divenne molto popolare.
  • Statua di Peter Pan: La statua di Peter Pan nei Kensington Gardens è stata progettata da Barrie stesso e realizzata da Sir George Frampton. È stata collocata nel parco il 1° maggio 1912.

Londra è una città che custodisce segreti e storie in ogni angolo. Visitare i luoghi legati a Peter Pan è un modo per immergersi in un mondo di fantasia e avventura. Che siate bambini o adulti, lasciatevi trasportare dalla magia di questi luoghi e riscoprite il piacere di sognare ad occhi aperti.

Le parole inventate da Shakespeare: un’eredità linguistica

Le parole inventate da Shakespeare: un’eredità linguistica

William Shakespeare, il celebre drammaturgo e poeta inglese, non è solo famoso per le sue opere teatrali e sonetti, ma anche per il suo contributo significativo alla lingua inglese. Si stima che abbia introdotto oltre 1.700 parole nuove, molte delle quali sono ancora in uso oggi. Ma come ha fatto Shakespeare a creare così tante parole? E quali sono alcune delle più note?

Come Shakespeare Ha Creato Nuove Parole

Shakespeare era un maestro nell’arte della linguistica. Utilizzava diverse tecniche per creare nuove parole, tra cui:

  • Conversione: Trasformava i nomi in verbi e viceversa. Ad esempio, la parola “elbow” (gomito) è stata usata come verbo per la prima volta da Shakespeare.
  • Combinazione: Univa parole esistenti per crearne di nuove. Ad esempio, “bittersweet” (agrodolce).
  • Aggiunta di Prefissi e Suffissi: Aggiungeva prefissi o suffissi a parole esistenti per creare nuovi significati. Ad esempio, “uncomfortable” (scomodo).
  • Invenzione: Creava parole completamente nuove quando non ne esistevano di adatte. Ad esempio, “assassination” (assassinio).

Alcune Parole Inventate da Shakespeare

Ecco alcune delle parole più famose che dobbiamo a Shakespeare:

  1. Lonely (solitario) – Utilizzata per la prima volta in “Coriolano”.
  2. Gloomy (ombroso) – Appare in “Re Giovanni”.
  3. Laughable (ridicolo) – Introdotta in “La commedia degli errori”.
  4. Majestic (maestoso) – Usata in “La tempesta”.
  5. Unreal (irreale) – Comparsa in “Macbeth”.

L’Impatto di Shakespeare sulla Lingua Inglese

L’influenza di Shakespeare sulla lingua inglese è incommensurabile. Le sue innovazioni linguistiche hanno arricchito il vocabolario inglese e hanno permesso una maggiore espressività e precisione nella comunicazione. Le parole e le frasi che ha creato sono diventate parte integrante della lingua e della cultura inglese, dimostrando la sua genialità e il suo talento nel giocare con le parole.

Il metodo esperienziale per l’insegnamento dell’Inglese

Il metodo esperienziale per l’insegnamento dell’Inglese

Il metodo esperienziale è una strategia didattica innovativa che si basa sull’apprendimento attraverso l’esperienza diretta. Questo approccio è particolarmente efficace nell’insegnamento delle lingue, poiché coinvolge attivamente gli studenti, rendendo l’apprendimento più significativo e duraturo.

Cos’è il metodo esperienziale?

Il metodo esperienziale si fonda sull’idea che l’apprendimento avviene meglio quando gli studenti sono coinvolti in attività pratiche che richiedono l’uso della lingua in contesti reali. Questo metodo si ispira alle teorie di educatori come John Dewey e David Kolb, che hanno sottolineato l’importanza dell’esperienza diretta nel processo di apprendimento.

Benefici e vantaggi

1. Coinvolgimento attivo: gli studenti partecipano attivamente alle lezioni, il che aumenta la loro motivazione e interesse.

2. Apprendimento significativo: le esperienze pratiche aiutano gli studenti a comprendere meglio e a ricordare più a lungo ciò che hanno imparato.

3. Sviluppo di competenze trasversali: oltre alla lingua, gli studenti sviluppano abilità come il problem solving, il lavoro di squadra e la comunicazione efficace.

4. Adattabilità: questo metodo può essere adattato a diversi livelli di competenza linguistica e a diverse età, rendendolo versatile e inclusivo.

Approccio con bambini e adulti

Bambini:

Giochi di ruolo: i bambini imparano attraverso giochi di ruolo che simulano situazioni quotidiane, come fare la spesa o andare al parco.

Attività manuali: laboratori creativi dove i bambini possono costruire oggetti, disegnare o cucinare, utilizzando l’Inglese per descrivere le loro azioni.

Storie e canzoni: utilizzo di storie e canzoni per insegnare nuovi vocaboli e strutture grammaticali in modo divertente e coinvolgente.

Adulti:

Simulazioni: gli adulti partecipano a simulazioni di situazioni lavorative o sociali, come riunioni di lavoro o viaggi all’estero.

Discussioni e dibattiti: attività che stimolano il pensiero critico e l’uso della lingua in contesti complessi.

Progetti collaborativi: lavori di gruppo su progetti reali, come la creazione di un blog o la preparazione di una presentazione.

Storia del metodo esperienziale 

Il metodo esperienziale ha radici profonde nella pedagogia progressista del XX secolo. John Dewey, uno dei pionieri di questo approccio, sosteneva che l’educazione deve essere basata sull’esperienza e che gli studenti devono essere attivamente coinvolti nel loro processo di apprendimento. Negli anni ’80 David Kolb ha ulteriormente sviluppato questa teoria, introducendo il ciclo di apprendimento esperienziale, che comprende quattro fasi: esperienza concreta, osservazione riflessiva, concettualizzazione astratta e sperimentazione attiva.

Analogie con il metodo Montessori

Il metodo esperienziale condivide molte analogie con il metodo Montessori, sviluppato da Maria Montessori.

Entrambi gli approcci enfatizzano l’importanza dell’apprendimento attraverso l’esperienza diretta e l’interazione con l’ambiente circostante.

Principi comuni:

Autoapprendimento e autonomia: sia il metodo esperienziale che il metodo Montessori incoraggiano gli studenti a prendere iniziative e a imparare in modo autonomo.

Ambiente preparato: le aule sono progettate per offrire materiali e attività che stimolino la curiosità e l’apprendimento attivo.

Ruolo dell’educatore: gli insegnanti fungono da guide piuttosto che da autorità, facilitando il processo di apprendimento e permettendo agli studenti di esplorare e scoprire secondo i propri ritmi e interessi.

Conclusione

Il metodo esperienziale rappresenta un approccio dinamico e coinvolgente per l’insegnamento dell’Inglese, capace di adattarsi alle esigenze di bambini e adulti.  Attraverso attività pratiche e riflessive, gli studenti non solo imparano una nuova lingua, ma sviluppano anche competenze fondamentali per la loro crescita personale e professionale. Le analogie con il metodo Montessori rafforzano ulteriormente l’efficacia di questo approccio, sottolineando l’importanza dell’apprendimento attivo e autonomo.

 

British Idioms da usare in ambito formale!

British Idioms da usare in ambito formale!

L’Inglese è una lingua ricca di espressioni idiomatiche che possono rendere il nostro discorso più colorito e naturale. Tuttavia, non tutte le espressioni idiomatiche sono adatte a contesti formali. In questo articolo, esploreremo alcune delle espressioni idiomatiche britanniche più utili e appropriate per situazioni formali, come riunioni di lavoro, presentazioni e corrispondenza professionale. Imparare e utilizzare queste espressioni non solo migliorerà la nostra padronanza della lingua ma ci aiuterà anche a fare una buona impressione in contesti professionali.

Vediamole insieme:

1. To be on the same page: essere d’accordo o avere la stessa comprensione di una situazione

Esempio: “Before we proceed, I want to make sure we’re all on the same page regarding the project timeline,”

2. To cut to the chase: arrivare al punto senza perdere tempo

Esempio: “Let’s cut to the chase and discuss the main issues we need to address”

3. To touch base: contattare qualcuno per aggiornarsi su una situazione

Esempio: “I will touch base with you next week to see how the project is progressing”

4. To take the bull by the horns: affrontare una situazione difficile con determinazione

Esempio: “We need to take the bull by the horns and deal with these budget cuts head-on”

5. To keep someone in the loop: tenere qualcuno aggiornato su una situazione

Esempio: “Please keep me in the loop about any developments in the case”

6. To go the extra mile: fare uno sforzo aggiuntivo per raggiungere un obiettivo

Esempio: “Our team is known to go the extra mile to ensure customer satisfaction”

7. To hit the ground running: iniziare un’attività con energia e determinazione

Esempio: “We need someone who can hit the ground running and start contributing immediately”

8. To be in the same boat: trovarsi nella stessa situazione, spesso difficile, di qualcun altro.

Esempio: “We are all in the same boat when it comes to meeting the new regulations”

9. To read between the lines: capire qualcosa che non è stato detto esplicitamente.

Esempio: “If you read between the lines, you can see that the company is planning a major restructuring”

10. To get the ball rolling: iniziare un’attività o un progetto.

Esempio: “Let’s get the ball rolling on the new marketing campaign”

Conclusione

L’uso di espressione idiomatiche appropriate può fare una grande differenza nella comunicazione formale. Non solo dimostrano una buona padronanza della lingua, ma possono anche rendere il discorso più fluido e naturale.

Tuttavia è sempre una buona idea valutare il pubblico e le situazioni per assicurarsi che l’uso di idiomi sia appropriato!

Il cervello dei piccoli poliglotti: benefici dell’Inglese fin dall’infanzia

Il cervello dei piccoli poliglotti: benefici dell’Inglese fin dall’infanzia

Capacità di apprendimento innate dei bambini

I bambini, lo sappiamo, possiedono una straordinaria capacità di apprendimento innata. Nei primi anni di vita, il cervello è altamente plastico, il che significa che è particolarmente predisposto a formare nuove connessioni neuronali. Questo rende l’apprendimento di nuove lingue, come l’Inglese, un processo naturale e meno faticoso rispetto agli adulti. Durante questa fase, i bambini assimilano informazioni dall’ambiente circostante e le integrano nei loro schemi mentali preesistenti, facilitando l’acquisizione di nuove competenze linguistiche.

Capacità di parlare più lingue contemporaneamente 

I bambini hanno la capacità di imparare e utilizzare più lingue contemporaneamente senza confusione. Questo fenomeno, noto come bilinguismo, permette ai bambini di sviluppare una maggiore flessibilità cognitiva. Il cervello dei bilingui è costantemente impegnato a gestire due sistemi linguistici, il che migliora le capacità di problem solving e l’attenzione selettiva. Inoltre, i bambini bilingui sono in grado di passare da una lingua all’altra con facilità, una abilità chiamata “code-switching”, che dimostra la loro competenza nel mantenere separate le due lingue.

Cosa accade dal punto di vista cerebrale

Dal punto di vista cerebrale, l’apprendimento di una seconda lingua stimola diverse aree del cervello, in particolare quelle legate alla memoria, all’attenzione e alla risoluzione dei problemi. Studi neuroscientifici hanno dimostrato che i bambini bilingui mostrano una maggiore densità di materia grigia nelle regioni del cervello associate al linguaggio e al controllo cognitivo. Questo non solo facilita l’apprendimento di altre lingue in futuro, ma contribuisce anche a un miglioramento generale delle capacità cognitive.

Il Metodo Montessori per l’insegnamento dell’Inglese

Il metodo Montessori, utilizzato anche dalla nostra scuola, si basa sull’autoapprendimento e sull’indipendenza del bambino. Gli ambienti di apprendimento sono progettati per essere stimolanti e permettere ai bambini di esplorare e imparare attraverso l’interazione con materiali didattici specifici. Per l’insegnamento dell’Inglese, utilizziamo materiali montessoriani adattati, come cartellini con vocaboli e oggetti, che aiutano i bambini ad associare parole e significati in modo naturale e intuitivo.

A questo proposito siamo lieti di annunciare la ripresa dei nostri corsi in aula per bambini dai 3 ai 10 anni, suddivisi per fasce d’età. Riteniamo l’apprendimento di gruppo particolarmente efficace (specialmente per i bambini) in quanto favorisce la socializzazione e l’interazione fra pari, elementi fondamentali per un apprendimento linguistico naturale e coinvolgente. I bambini imparano non sono dall’insegnante, ma anche osservando e interagendo con i loro compagni, il che rende l’esperienza educativa più ricca e completa!

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